Soggetto
I GUERRIERI DEL REGNO DI OEP
Il Reparto di Onco-Ematologia PediatricaNel Regno di Oep capiti all'improvviso e senza preparazione. Valori sballati nelle analisi del tuo piccolo sono il nulla osta per il permesso di soggiorno. Si entra in apnea. È diventato difficile respirare e tutta la vita che lasci fuori dalle mura del Regno di Oep, la vita normale, sembra un assurdo e superficiale surrogato della vita vera. Risucchiati in una dimensione parallela, non sembra vero che tutto, dall'altra parte di quella porta, continui a scorrere incurante.
La malattia di un figlio irrompe nella vita di una madre sconquassando la gioia della vitalità e avvolgendola del manto soffocante della paura. Travolge il padre, disarmandolo della capacità di proteggere la propria famiglia.
Ma la malattia sconvolge anche fratelli e sorelle, relegati in un angolo. Loro sono sani e nel Regno di Oep non possono entrare. Gabriella, Capo-Sala e Guardiano, è inflessibile, a meno che non si tratti di maggiorenni e possano loro stessi fare da mamma o papà.
I fratelli e le sorelle provano la paura per il destino del fratellino, il peso per le responsabilità precoci, la rabbia per essere messi da parte e il senso di colpa per i pensieri cattivi. Aspettano che i genitori e il fratellino possano uscire dalle mura del Regno e raggiungerli nella Casa Agbe. Il nome di questa casa dice che altri genitori hanno pensato ad accogliere chi viene qui da molto lontano. Piccoli appartamenti formato famiglia, provvisti di tutto, anche di cibo, si propongono come nuova casa per costruire un'altra normalità.
Qui girano strani personaggi. Un mago, che non sembra per niente un mago, ma al posto del latte ti fa apparire la cioccolata. Una signora delle pulizie, che nel bel mezzo del corridoio balla con la sua scopa.
E poi c'è un Cantastorie un po' bizzarro! Anche lui è in incognito, ma lo si riconosce dal tabellone che ha: c'è scritto “Insieme più Speciali”1, ci sono disegnati un giaguaro che sta perdendo le macchie, un gufo, ma anche una lucertola, un armadillo e tanti altri animali. E con il Cantastorie fai un gioco fantastico: non sai quando finisce la realtà e quando inizia il mondo dell'immaginazione.
Dalla Casa Agbe, il Regno di Oep che si vede dalla finestra sembra inespugnabile. Ispirati dai racconti di mamma e papà, sulle ali della fantasia, si prova a spiare attraverso le finestre.
Al pian terreno, una porta a vetri decorata con adesivi “sbrilluccicosi” è l'ingresso del Day Hospital. L'ambiente è colorato, luminoso. La volontaria dell'Agbe accoglie tutti con un sorriso e sul suo registro scrive che sei arrivato. Ogni tanto fa capolino Samira (il mio fratellone è segretamente innamorato di lei) che ti fa entrare nella sua stanza dei prelievi. Più avanti c'è la stanza con i lettini. Lì Silvia, attaccata a quel tubicino, sta combattendo le cellule cattive con un intruglio speciale. Le sono caduti i capelli, ma, in compenso, le sorridono anche gli occhi quando ti saluta da dietro la mascherina.
Al quinto piano ci sono le camere per chi in ospedale deve restare alcuni giorni. Quelli vestiti di bianco devono essere i maghi, Valerio, Daniela, Antonella, Pierluigia, Paolo: leggono le carte, seri, ma sorridono anche, chissà che pozioni hanno in serbo per il mio fratellino.
Ecco la sorellina nella sala giochi: questa mattina sta un po' meglio e sta ritagliando le striscioline di carta per fare la zebra, il suo animale preferito. Accanto a lei c'è Lucia – lei viene da Termoli - che lavora la creta: è vero, oggi è giovedì e c'è il corso di ceramica.
Di là, a scuola, il fratellone sta facendo le espressioni: che forza, ha dato ascolto alla maestra e ha deciso che la sua vita non finisce lì, che vuole guarire!
E quelli colorati in corridoio col naso rosso? Ah, è vero, me l'ha detto la mamma: sono i ClownDoc. Accompagneranno anche la mia sorellina quando farà il trapianto.
Piacerebbe anche ai fratelli e alle sorelle essere accompagnatori. Sognano di travestirsi, di mettere anche loro il naso rosso e gli occhialoni, imbrattare di colori il camice bianco e partecipare all'allegra schiera che ha la fortuna di tenere per mano il piccolo guerriero che va a combattere l'ennesima battaglia.
I fratelli e le sorelle, dalla finestra che guarda il Regno di Oep, immaginano di oltrepassare tutti gli sbarramenti, di arrivare lassù, di poterli abbracciare, di poter dire che sono arrabbiati, spaventati, preoccupati, ma che vorrebbero farli uscire fuori, divertire, giocare, litigare ancora come prima, realizzare un loro sogno...
Questa sì che potrebbe essere un'idea!
I fratelli e le sorelle si organizzeranno e renderanno speciale un momento difficile, sì, ma che dovrà passare.
E loro saranno lì ad aspettare.
Note:
Ma la malattia sconvolge anche fratelli e sorelle, relegati in un angolo. Loro sono sani e nel Regno di Oep non possono entrare. Gabriella, Capo-Sala e Guardiano, è inflessibile, a meno che non si tratti di maggiorenni e possano loro stessi fare da mamma o papà.
I fratelli e le sorelle provano la paura per il destino del fratellino, il peso per le responsabilità precoci, la rabbia per essere messi da parte e il senso di colpa per i pensieri cattivi. Aspettano che i genitori e il fratellino possano uscire dalle mura del Regno e raggiungerli nella Casa Agbe. Il nome di questa casa dice che altri genitori hanno pensato ad accogliere chi viene qui da molto lontano. Piccoli appartamenti formato famiglia, provvisti di tutto, anche di cibo, si propongono come nuova casa per costruire un'altra normalità.
Qui girano strani personaggi. Un mago, che non sembra per niente un mago, ma al posto del latte ti fa apparire la cioccolata. Una signora delle pulizie, che nel bel mezzo del corridoio balla con la sua scopa.
E poi c'è un Cantastorie un po' bizzarro! Anche lui è in incognito, ma lo si riconosce dal tabellone che ha: c'è scritto “Insieme più Speciali”1, ci sono disegnati un giaguaro che sta perdendo le macchie, un gufo, ma anche una lucertola, un armadillo e tanti altri animali. E con il Cantastorie fai un gioco fantastico: non sai quando finisce la realtà e quando inizia il mondo dell'immaginazione.
Dalla Casa Agbe, il Regno di Oep che si vede dalla finestra sembra inespugnabile. Ispirati dai racconti di mamma e papà, sulle ali della fantasia, si prova a spiare attraverso le finestre.
Al pian terreno, una porta a vetri decorata con adesivi “sbrilluccicosi” è l'ingresso del Day Hospital. L'ambiente è colorato, luminoso. La volontaria dell'Agbe accoglie tutti con un sorriso e sul suo registro scrive che sei arrivato. Ogni tanto fa capolino Samira (il mio fratellone è segretamente innamorato di lei) che ti fa entrare nella sua stanza dei prelievi. Più avanti c'è la stanza con i lettini. Lì Silvia, attaccata a quel tubicino, sta combattendo le cellule cattive con un intruglio speciale. Le sono caduti i capelli, ma, in compenso, le sorridono anche gli occhi quando ti saluta da dietro la mascherina.
Al quinto piano ci sono le camere per chi in ospedale deve restare alcuni giorni. Quelli vestiti di bianco devono essere i maghi, Valerio, Daniela, Antonella, Pierluigia, Paolo: leggono le carte, seri, ma sorridono anche, chissà che pozioni hanno in serbo per il mio fratellino.
Ecco la sorellina nella sala giochi: questa mattina sta un po' meglio e sta ritagliando le striscioline di carta per fare la zebra, il suo animale preferito. Accanto a lei c'è Lucia – lei viene da Termoli - che lavora la creta: è vero, oggi è giovedì e c'è il corso di ceramica.
Di là, a scuola, il fratellone sta facendo le espressioni: che forza, ha dato ascolto alla maestra e ha deciso che la sua vita non finisce lì, che vuole guarire!
E quelli colorati in corridoio col naso rosso? Ah, è vero, me l'ha detto la mamma: sono i ClownDoc. Accompagneranno anche la mia sorellina quando farà il trapianto.
Piacerebbe anche ai fratelli e alle sorelle essere accompagnatori. Sognano di travestirsi, di mettere anche loro il naso rosso e gli occhialoni, imbrattare di colori il camice bianco e partecipare all'allegra schiera che ha la fortuna di tenere per mano il piccolo guerriero che va a combattere l'ennesima battaglia.
I fratelli e le sorelle, dalla finestra che guarda il Regno di Oep, immaginano di oltrepassare tutti gli sbarramenti, di arrivare lassù, di poterli abbracciare, di poter dire che sono arrabbiati, spaventati, preoccupati, ma che vorrebbero farli uscire fuori, divertire, giocare, litigare ancora come prima, realizzare un loro sogno...
Questa sì che potrebbe essere un'idea!
I fratelli e le sorelle si organizzeranno e renderanno speciale un momento difficile, sì, ma che dovrà passare.
E loro saranno lì ad aspettare.
1. “Insieme più Speciali”, assegna ai fratelli un animale e, con i bambini, mette in scena la storia, fino a progettare e realizzare una sorpresa per i bambini-guerrieri malati. Si tratta di un gioco Telethon interattivo, pensato per insegnare ai bambini il valore della diversità (www.telethon.it/scarica-kit-insiemepiuspeciali).